Università, numero di studenti e atenei in Italia: i dati

È risaputo che l’Italia, rispetto ad altri paesi europei, possiede ottime università. Soprattutto negli ultimi anni abbiamo assistito ad un aggiornamento dei corsi di laurea affinché la formazione offerta agli studenti sia sempre più in linea con le esigenze mutevoli del mercato del lavoro. Tuttavia sembrerebbe che, nonostante la crescente specificità dei percorsi accademici, il numero delle immatricolazioni sia notevolmente calato.
Ma, prima di scoprire quali sono i dati statistici riguardanti l’Italia circa il numero di immatricolati, proviamo a realizzare per le future matricole, una piccola guida su come iscriversi all’università. Per iscriversi all’università, partendo dall’assunto che si tratti di una facoltà a numero aperto, è opportuno verificare sulla guida del corso di laurea selezionato le scadenze burocratiche per evitare di pagare eventuali more sulle tasse.
Dopodiché sarà necessario compilare il modulo di domanda scaricabile dal sito dell’ateneo o presso la segreteria. Nel caso di un ateneo pubblico alla documentazione andrà allegata l’autocertificazione della condizione economica (ISEEU): ciò servirà per determinare l’entità delle tasse da pagare inizialmente e durante l’anno.
Infatti, sarà proprio il pagamento delle tasse a determinare ufficialmente l’iscrizione. Oltre alla tassa universitaria è necessario versare anche la tassa regionale per il Diritto Allo Studio. Pagate le tasse, compilati i moduli, bisognerà consegnare tutti i documenti in segreteria entro i termini stabiliti dall’università. La maggior parte di queste modalità sono comuni sia per gli atenei tradizionali sia per quelli privati come l’Università Telematica Unicusano.
Ma quanti studenti nell’ultimo anno si sono effettivamente iscritti all’Università? Per rispondere a questa domanda facciamo riferimento alla ricerca condotta dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MIUR) per l’anno accademico 2021/22. Proprio quest’ultimo anno è stato protagonista di un calo di immatricolazioni, una variazione che non si registra dall’anno accademico 2013/14. Sembrerebbe che siano circa 10mila gli studenti che non hanno presentato domanda di immatricolazione. In particolar modo, nell’ultimo anno accademico si sono iscritti per la prima volta all’università 306.763 studenti, contro i 317.282 dello stesso periodo dell’anno scorso (-3,3%).
Questo calo riguarda molti ambiti di studio ma non tutti. L’unico settore dove si registra un forte aumento di immatricolazioni è l’ambito informatico con un +4,7% per gli uomini e un +14,6% per le donne. Oltre al settore informatico, un altro ambito in cui le immatricolazioni sono aumentate è quello medico-sanitario.
Con riguardo alle università con il numero maggiore di iscritti, il tasso di iscrizione all’università (inteso come rapporto tra iscritti all’università e numero di giovani tra 19 e 25 anni) è più alto in Italia centrale e meridionale rispetto a quella settentrionale. Troviamo il 53 per cento in Abruzzo, il 52,2 per cento in Basilicata e il 51,6 per cento nel Lazio.
Secondo molti la diminuzione delle immatricolazioni è figlia della Pandemia che ha visto aumentare i dati della disoccupazione a un anno dalla laurea. Basti pensare che nel 2019 il tasso di disoccupazione si attesta intorno al 16,2%, contro il 20,1% nel 2020. Questo vale sia per coloro che conseguono una laurea magistrale a ciclo unico, sia per coloro che conseguono le magistrali biennali.